Prendi le tue mani, mettile davanti al viso fino a nasconderlo per qualche secondo e… cucù! Ecco il gioco più famoso e amato dai neonati. Il primo nascondino che si impara a conoscere poco per volta.
Il bambino, infatti, le prime volte potrebbe essere travolto da un senso di ansia e spavento perché ha la percezione solo di quello che vede attorno a sé in quel dato momento, anzi, in questo caso di quello che non vede: la persona che è scomparsa dietro le mani. Ma è per questo motivo, che non appena questa persona riappare, il bambino è colto da sorpresa e stupore e quindi se la ride di gusto.
Questo gioco è stato oggetto di studio per diversi psicologi dello sviluppo, perché è un aspetto importante dello sviluppo cognitivo del bambino. All’inizio della sua vita il bambino è incapace di comprendere la permanenza di un oggetto (o di una persona); questa consapevolezza viene acquisita di solito intorno agli 8 mesi, ma è importante allenare il piccolo già da prima a questo gioco, così da superare con più tranquillità la separazione dalla mamma successivamente. Non solo imparerà che la cara mamma e le figure di riferimento ci sono anche quando non si vedono, ma comincerà a rappresentare la realtà circostante nella sua mente, senza basarsi unicamente su ciò che vede, così da vivere in un contesto di serenità.
Il gioco del cucù andando avanti con i mesi può essere ampliato nascondendosi dietro un foulard per esempio, aspettando che il bimbo cerchi di toglierlo e scoprire che la persona con cui sta giocando è sempre lì. È fondamentale non far disperare il bambino per l’assenza, se dovesse piangere conviene riapparire subito con un gran bel sorriso.
Poco per volta, solitamente verso l’anno, sarà il bambino stesso a diventare il protagonista e a nascondersi dietro qualche giocattolo, per poi farsi scoprire birichino. Fino poi all’evoluzione del gioco nascondino che tutti amano e che condividerà anche con i suoi coetanei alla ricerca dell’altro nascosto chissà dove.
Buon cucù a tutti!