Dalla narrazione di H. T. rifugiata africana nasce questa storia di innocenza, semplicità e nostalgia. E da questa narrazione Graziella Cormio ne scrive un racconto edito da La biblioteca di Tolbà, nell’ambito delle attività di integrazione a favore dei migranti promosse dall’associazione Tolbà che lavora su Matera dal 1992.
Bintou è una bimba nata in un villaggio africano sulla spiaggia e la sua infanzia la trascorre sulle spalle della mamma dentro il kanga, la nota fascia colorata in cui vengono portati i bebè; e di lì impara e apprende tutto quello che la sua mamma fa. Un tuffo nelle tradizioni africane: dalle treccine dei capelli ai disegni sul corpo con l’henné, dagli autobus affollatissimi ai profumi di spezie dei mercati. Nella vita in Africa i bambini diventano subito autonomi e anche la piccola Bintou impara a cavarsela, anche perché sua mamma parte per «un altro mondo dove vivono anche molti papà e molte mamme delle sue amiche». Ma Bintou resta una bambina sempre sorridente a cui piace giocare a piedi nudi sulla sabbia o rincorrere qualche gallina dispettosa. La genuinità delle azioni fanciullesche è accompagnata anche dalla saggezza dei comportamenti adulti: è sotto i rami di un millenario baobab che gli anziani decidono come risolvere le questioni del villaggio, un tribunale senza codici scritti. Ma a un certo punto qualcosa stravolge la naturalezza nella vita di Bintou: i documenti sono pronti e deve raggiungere sua mamma in quell’altro mondo così lontano e che la spaventa tanto. «Non sa più dove si trova, le persone parlano una lingua mai sentita, si siedono su sedie morbide e calde, si comportano in modo strano, senza sorridere e senza salutare!» Bintou è travolta da mille domande, ma ce la farà? In realtà il racconto lascia un finale aperto, ma speranzoso.
Un punto di vista che non siamo abituati a considerare quando riflettiamo sul tema dell’immigrazione, perché difficilmente nell’Occidente riusciamo a immaginare le emozioni e il turbamento che una bimba può avere quando viene catapultata lontana dalla sua terra, lontana dalla sua casa.
Ad accompagnare il racconto ci pensano le dolci e colorate illustrazioni di Anna Linzalone intervallate da piccole immagini reali. E al termine del racconto in lingua italiana, come ogni libro edito da La biblioteca di Tolbà, ci sono le traduzioni in questo caso in lingua francese, portoghese e moore. Il progetto dei libri multilingue viene portato avanti dal 1992 dall’associazione per diffondere le culture “altre” e la solidarietà anche tra bambini e adolescenti e per rendere fruibile il testo anche a coloro che non conoscono l’italiano. L’età di lettura consigliata è dai 5 anni in su.
Per ordinare e acquistare il testo contattare: ass.tolba@gmail.com
Il ricavato della vendita dei libri è interamente destinato ai progetti dell’associazione Tolbà.